Estratto di lettere di Milano, li XI di Giugno.
Poca alteratione ricevono gli affari dallo scritto, stanchi e deboli ugualmente Spagnuoli e Francesi in questa provincia, e più che mai si parla di terminata campagna, ritiratisi quelli ne' confini del Monferrato e Novarrese a quartiero e questi verso Turino. Nel congresso di Santià2 s'è risoluto di lasciar a Sua Altezza un corpo di gente di due milla huomini con promesse della più celere ispeditione di denaro e di maggior autorità in avvenire della havuta sin qua, ma non però il preteso independente commando. Il conte Masserati3 ha col mezzo del marchese di Grana,4 che qui si trova di passaggio per Spagna come ambasciatore di Cesare, fatto rappresentare in nome del signor prencipe a questi reggii ministri, che, se bene al presente stian quieti e deboli Francesi ne' contorni di Torino e Chieri, non si debba fidar di questa calma, e che, se gli fosse consegnata la gente e denaro pattuito, potria fare una considerabile diversione agli affari di Cattalogna e Fiandra; e l'ha riportato ben piene asseveranze che si assigneranno a Sua Altezza altre soldatesche quanto primarie arrivino da Napoli o Germania, promettendone don Francesco di Melo et il signor vicerè;5 se ben qui si dubita che l'occorrenze di Cattalogna non oblighino a tutto l'applicatione a quella parte, assai però si confida nell'armata da mare per rinvigorirla, sollicitandosi l'andata a quella volta delle galere di Napoli con speranza; habbiano seco agiuntarsi anco quella di Fiorenza, e con questa occasione passerà il Grana et il Masserati alla corte.
Di Napoli, alli 25 di Maggio.
Si sono inalborate le cornette in diversi luoghi della città, per formare nove compagnie di cavalleria, havendo S.E. nominati 30 capitani; se ben si dubita di qualche levata di gente per il gran mancamento d'huomini ch'al presente v'è in questo regno. Con tutto ciò si mande-
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ranno 500 o 600 cavalli per Milano, havendo il signor vicerè già alcuni mesi ottenuto il passo per lo stato ecclesiastico. Don Francesco di Melo con corriero espresso ricerca denari per finir le levate concessegli dall'imperatore per lo stato di Milano, e per sodisfare altre militie che paga Sua Maestà Cattolica all'imperatore, perciò ha commandato Sua Eccellenza a Bartolomeo d'Acquino,6 che con ogni prontezza rimetti 250m. ducati assegnandogli ogni sorte di denaro tanto de' particolari, quanto de' publici amendamenti.