744
Di Roma, li 20 di Luglio.
La mariscialla di Coure,2 che andò a fare con Sua Santità il scritto complimento, fu trattenuta per 3 quarti d'hora e ne uscì piangendo per tenerezza, havendole Sua Beatitudine riccordato, quanto le sia stato cortese al mariscial suo marito, e che nondimeno habbi ricevuto mille disgusti, com'anco gli suoi nipoti, et in particolare il cardinal Antonio.3 Il papa non ricevette in mano la lettera di Coure che haveva la moglie, dalla quale fu posta sopra un tavolino, dove erano altri memoriali, et li fece poi Nostro Signore donativo d'una bellissima corona di lapislazulo con altre galantarie di divotione. L'istessa sera, che la mariscialla fu da Sua Santità a licentiarsi et il figliuolo primogenito4 a complire col cardinal Antonio, questo mandò a far sapere alla medesima mariscialla, che la mattina seguente sarebbe stato in persona a darle il buon viaggio. Ma Sua Eccellenza rispose, che li dispiaceva assai di non poter ricever quest'honore dall'Eminenza Sua per trovarsi imbarazzata alla partenza, et che alle 4 hore di notte voleva tornar a Caprarola, come fece poi alle 7 senz'haver voluto ricevere la visita conforme la commissione havuta da Coure, suo marito.
Ogni giorno crescono le pazzie di monsignore Corsino,5 et se non si fermarà in casa sino che passi l'infortunio, bisognarà assolutamente legarlo.
Per la parte di Reatini non si tralascia di fare ogni buona provisione. Hanno di già in essere 600 soldati pagati, levati in Terni, Spoletti e Rieti, et ad'Ascoli si farà piazza d'arme, dove in caso di bisogno saranno pronti più di 6m. soldati; con tutto ciò si negocia l'aggiustamento come si crede sia perseguire. In tanto ogn'uno resta ammirato, ch'il vicerè di Napoli6 vada a caccia di attaccare nuovi fuochi, mentre la monarchia spagnuola vacilla in tante parti. E se il papa volesse valersi delle congionturi, purtroppo s'è saputo ch'il popolo dell'Aquila s'è essibito al papa di voltarsi contro li Spagnuoli, se prometesse di assisterli da dovero. Ma forse Sua Beatitudine senza cercar più oltre, applicarà l'animo di fare qualche fortezza alli confini, perchè non possino i reggii venire a Roma tanto facilmente et senza ritegno alcuno.
L'abbate Orsino7 giura che non è stabilito matrimonio tra lui e la prencipessa Ludovisia8 et che vuole sempre ritenere l'habito ecclesiastico, et in questa forma vuol nascondere et sopire i capitoli che parlano del cardinalato da lui preteso.
Questi Portughesi non hanno fatto la festa di Santa Elisabetha, regina di Portugallo,9 conforme alli altri anni, dove il Sacro Collegio andava a tenervi capella, per non haver occasione di mettervi il ritratto del re di Spagna, a man sinistra di quello del papa, come era solito per
745
il precetto havuto da Sua Beatitudine che in vuoler far detta festa, la facessero conforme agl'altri anni e non innovassero cosa alcuna; non vi hanno voluto far altro.
Di Milano, li 30 di Luglio.
Doppo la resa del castello di Ceva, seguita, come suppongono, con le solite conditioni, si sono resi al marchese Villa10 la città del Mondevì et il castel di Carrù, et attende hora ad'impadronirsi d'alcuni altri luoghi in quei contorni, restando intanto libero a Francesi un tratto di circa 40 miglia, che è tra Cunio e 'l Cencio, e mancando al cardinale di Savoia una entrata molto considerabile et un gran spacio di paese per allargar la sua gente. Il comte Harcourt11 si trova con la sua gente a Seravalle, Boiolasco et in quei contorni fra Alba et il Mondevì, secondando i progressi del marchese Villa, attendendo, come si crede, di giuntarsi seco per applicarsi unitamente a qualche impresa. Il prencipe Tomaso et il marchese di Carazzena12 andorno sotto il castello del Visco, poche miglia lontano da Chivas, e con puoco contrasto si rese, ma non è posto di conseguenza, servendo solo per allargare i quartieri e le contributioni ad Inuvrea. Il comte di Seruella13 si risolse poi ad andar all'essercito, e già s'intende, che unitosi Harcourt con il marchese Villa, si vadino incaminando verso Cunio.