Di Milano, li 28 Gennaro 1641.
E' finalmente arrivato corriere con lettere di Madrid col cambiamento di questo governo, con il proseguimento delle rivolte in Cattalogna et con la confermatione della ribellione del regno di Portugallo, il quale fatta prima prigione l'infante Margherita2 ha eletto et coronato in suo re il duca di Braganza. Intitola il signor marchese di Leghanes3 la mutatione predetta per una regia licenza, che gli ha concesso il re di arrivare in corte e conditione di ritornar, se così comanderà la Maestà Sua a questa regenza, et pensa di partir di qua Sabbato o Domenica per goder il passaggio delle galere destinate per Costagneda, a cui ha spedito corriero per la soprasedenza di sua mossa. Del rissapersi, che habbia il signor marchese procurato il porto d'Aco del prencipino figlio del re,4 n'è sparsa - ma senza molto fondamento - una voce, che mandi a prendere il possesso per non più rivenir in questa provincia. Il che potria, però, più facilmente accadere tenendo dal conte duca piene promesse di larghe remunerationi. Il conte Seruella5 destinato per interim alla direttione di questo governo, si aspetta ogni giorno in questa città. Per la regenza nelle armi, di buon concerto coll'Eccellenza Sua, è venuta regia pattente al signor cardinale Trivultio,6 l'un e l'altro di questi ministri tenendo in carico di rinovar il prencipe Tomaso l'offerta del corpo d'essercito separato, altre volte fatta all'A.S., la quale non si sa per ancora, se per abbracciarla sarà in sua libertà et dispositione. Anche si chiama in Spagna il serenissimo infante cardinale in Fiandra per sospitione ch'habbia Sua Altezza prestato orecchio a propositioni de' Francesi et Olandesi di rendersi assoluto signore delle provincie, a' quali commanda. Così portano le medesime lettere di corte.
Copia del cartillo che si è trovato affisso per i cantoni della città di Milano: ‘Exemplum dedi vobis, ut, sicut ego feci, ita et vos faciatis.7 Catalogna.’
Di Roma, li 6 di Genaro.8
I giorni passati si tenne una congregatione de' cardinali, in cui si consultò, qual risolutione prender si dovesse nell'affare del tribunal di Spagna9 e fu deliberato di commettere al nontio10 di dire che sì, come a lui è stato mancato di parola nel dar fuori e nel mandar a' vescovi le capitulationi formate, prima che di qua ne fossero venute le ratificationi, che così non poteva
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egli osservare al promesso di farle approvare da Sua Santità, ma doppo fu rivocato simil ordine, amandosi qui veder più tosto aperto il tribunale con qualche diminutione di emolumento che tenerlo chiuso con total pregiuditio degli interessi di questa parte. L'ambasciator di Spagna11 fu dal pontefice con straordinaria e privata visita, per presentargli una lettera del suo re, acciò la Santità Sua s'interponghi per l'aggiustamento con Cattalani. Il pontefice gli ha promesso di passarne volontieri l'offitio. I Cattalani che sono qui, non vanno più a corteggiar l'ambasciator di Spagna, ma quello di Francia.12Il signor cardinal Barberino13 andò a giorni passati a visitar la signora ambasciatrice di Francia14 e mentre compliva con Sua Eccellenza, in sopra giunse il signor ambasciatore, col quale passò varii complimenti, dove vi si trovò anche il signor cardinal Bichi.15 Ai 29 del passato fu poi l'ambasciator di Francia all'audienza del pontefice con numeroso concorso di carozze. Così questo negotio16 doppo 15 mesi s'è definito con intiera sodisfattione d'ambe le parti, essendosi superati due gran punti, ciò è la riformatione del processo e l'essersi dichiarati liberi quei tre, che furno compagni nel fatto di Roveri17 morto, de' quali mai s'era parlato, e che per l'advenire possino liberamente pratticare per lo stato e per Roma medesima senza dubio d'incontrar gastigo o disgusto alcuno.