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    Bijlage no. 2 Bij no. 5015
    Bijvoegsel bij een brief van C. Marin dd. 16 januari 1641.1

    Di Roma, li 23 di Dicembre.

    Il mareschial d'Este2 è ritornato alla corte per prontamente accordare nel negotio contentioso ciò che è di gusto di Sua Maestà Christianissima; s'attende a riformar il processo nel negotio del cavalerizzo contro il capo notaro,3 e però si tarda l'essecutione all'aggiustamento totale. Il cardinal Antonio4 fece appuntar la visita con l'ambasatrice5 senza farne intender niente all'ambasatore,6 con pensiero poi di visitarlo incidentemente e così mantenendo il pontiglio, nell'istesso tempo sodisfar all'intentione data all'ambasatore, che subito arrivato a Roma, l'Ecellenza Sua sarebbe primo andata a ritrovarlo in sua casa per far apparer la stima che voleva fare della sua amicitia. Ma il mareschiallo scoperto il stratagema non si lasciò trovar a casa il giorno di Santa Lucia,7 in cui ogni anno si fa la solennità del natale di Henrico Quarto nella chiesa di S. Georgio [sic] Laterano e si tiene capella, assistendovi alla meno i cardinali Francesi e protettori con l'ambasatore medesimo. Si viddero i cardinali Antonio e Bichi8 col mareschiallo e quivi solamente passorno quasi per necessità insieme reciprochi, ma ben riusciti complimenti.

     

    Di Constantinopoli, l'XI di Novembre.

    L'ambasciador Ottomanno,9 che si ritrova in Persia, ha finalmente havuto permessione di poter scrivere et negotiare. Rappresenta egli un'ispeditione espressa, fa propensione da Persiani, al continuar la già stabilita pace,10 la nominatione d'un Ebraim can11 in ambasciador

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    grande straordinario per venir a ratificarla. Non omette, però, con la medesima occasione di considerare, che per meglio assicurare detta pace convenivano rinforzarsi i confini, perchè acciò i Persiani s'armavano, e se ben dicerano ciò seguir per tema de' Turchi, ad ogni modo, ritrovandosi di presente in piena pace con Uisbek et Indiani, potevano facilmente rivolgersi contro questo imperio; ancora l'adviso è piaciuto; e se bene per causa d'esso si publica per certo la pace di Persia con la venuta del sudetto ambasciadore, ad ogni modo il primo vesyr12 non se ne fida punto nè omette diligenza per ben assicurar i confini di quella parte, tanto più che con le gelosie de' Persiani vanno congionte quelle etiandio d'alcuni grandi che quei confini governano.

    Gli Unghari hanno fatto qualche scorrerie sin sotto le fortezze di questo imperio, da dove usciti gli Turchi hanno ributtato gli aggressori con loro advantaggio. Il vesir sopra tale accidente ha fatto chiamar il residente cesareo,13 et omettendo seco tutti i termini soliti et de' titoli di farlo sedere l'ha gagliardamente ribuffato e minacciato toccando in particolare che le procedure degli Unghari erano contrarie alle promesse fatte da luy più volte et inferendo insieme il disgusto che non sia stato ancora corrisposto dall'imperatore alla missione che già fu fatta a Vienna per dar parte dell'assontione del nuovo re.14 Il residente si rammarica di non esser informato degli accidenti successi e pensa che questo gli sia stato procurato da' Francesi, ma s'inganna.

    Si parla tra pochi giorni della venuta d'un internontio di Polonia15 con voci che venghi spedito per corrisponder alla missione che già seguì d'un Turco a quella corte per dar parte pure dell'assontione del nuovo re, e se in altro porterà qualche negotio, il tempo e la di lui venuta lo confirmeranno. Il Gran Signor si ritrova con ottima salute, di continuo va girando qua e là e favorendo insieme d'ogni sua stima et affetto al primo vesyr, che dispone di tutto con assoluta l'authorità. L'ambasciador di Francia16 ha fatto consapevole il medesimo vesir dell'acquisto d'Arras e mandatogli il piano così della piazza come della circonvallatione, di che li Turchi niente si curano, come ben fanno capitale e molto desiderano che la guerra fra christiani continui e s'accenda senza punto far capitale di chi prevaglia o soccomba.

     

    Di Roma, li 20 di Dicembre.

    Si tratta alla gagliarda l'aggiustamento dell'ambasciador di Franza col pontefice et il cardinale Barberini, che gli deve dar sodisfattione con seguenti parole: ‘Ho caro a questa occasione di trovarmi da V.E. per testificarle, che da me non è mai uscito ordine alcuno che possa dare disgusto al re, e servirò V.E. in tutti i tempi e con gusto singolare.’

    Fu questi giorni ventilato in presenza de' cardinali Balotta, Ceva,17 Barberini il partito preso dal nontio Fachinetti18 in Spagna d'aprir il tribunale con li restrittioni ch'haveva prescritto il Conseglio di Spagna, e fu concluso, che tutto cadeva in pregiuditio evidentissimo della Sede Apostolica et in particolare di pigliar in avvenire la moneta del viglione19 e che in alcuni casi

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    non possa risolvere senza sopraintendenza di due del Conseglio. Fu però imprevuta l'attione e 'l papa n'ha parlato con horrore e nerestà afflitissimo, havendo più fatto scriver al nuntio Fachinetti lettere rabiosissime e ripiene di gran mortificatione; anche gli è stato [s]pedito corriero, che chiuda di novo il tribunale per esser le limitationi accettate dal Conseglio Reggio in disavantaggio coll'immunità ecclesiastica, havendo egli ricevute diverse moderationi nelle tasse, nelle spese et in fine che offerissesi (?) la jurisdittione in tutti i capi, fino che piacerà a Sua Maestà. Anzi alcuni concludono che 'l nontio con questo modo habbia confessato, che 'l re di Spagna sia il vero superiore e che da luy devono ricever le leggi e che affatto deve dipendere dal suo arbitrio nell'amministratione e governo del suo tribunale.

    Venne in Roma il Coure e ben presto sarà da S.E. il signor cardinale Barberino a parlare con termini generali e non nominerà in conto alcuno la morte di Roveri20 suo cavalerizzo, e da poi S.E. anderà all'audienza di nostro signore. All'arrivo dal detto Coure il cardinal Bichi fu a visitarlo, et il giorno seguente S.E. fu a restituirli la visita. Ma il cardinal Antonio non vi fu di persona, ma vi mandò a complire a suo nome il Martinezzi, suo maggiordomo, onde l'ambasciador senza andar di persona al cardinale vi mandò a restituire il complimento un suo gentilhuomo.

     

    P.S. Faites, s'il vous plaît, part de ces advis a M. Salvius,21 car je luy en ay escrit. Vostre cardinal a dereschef fait un brave coup d'avoir fait arrester le comte d'Agliè,22 favori de madame de Savoye, qu'on mène à Paris. Le prince cardinal monstre peu d'envie de s'accorder avec la France et le prince Thomas est encor en suspens de ce qu'il en fairra.

    Notes



    1 - Copie Stockholm, RA, Gallica 10. Handl. tillh. Hugo Grotii beskickning 1639-1641. Oorspr. De bijlage is geschreven door de klerk van C. Marin, het postscriptum is van Marins hand. Enkele kleine, evidente verschrijvingen van de klerk zijn stilzwijgend gecorrigeerd.
    2 - François-Annibal d'Estrées, markies van Coeuvres, Frans ambassadeur in Rome (no. 5129 n. 13).
    3 - Ter vereffening van de moord op Charles de Rouvray, een edelman uit het gevolg van de Franse ambassadeur in Rome, hadden de Franse autoriteiten onder meer het ontslag en de veroordeling van de capo notaro, een ondergeschikte van de goeverneur van Rome, geëist. Zie voor deze kwestie P. Blet (ed.), Corresp. Scotti, p. 20vv.
    4 - Antonio Barberini.
    5 - Anne Habert de Montmor.
    6 - Ms.: ambasatrice.
    7 - 13 december.
    8 - Alessandro Bichi; vgl. no. 4515 n. 33 (dl. XI).
    9 - Niet geïdentificeerd.
    10 - Het verdrag tussen Turkije en Perzië was gesloten in 1639.
    11 - Ibrahim khan.
    12 - Kara Mustafa Kemankeş.
    13 - N. Schmid von Schwarzenhorn (no. 5100 n. 9).
    14 - Een buitengewone gezant van de nieuwe sultan Ibrahim was op 1 mei 1640 door de keizer in audiëntie ontvangen. Zie J.W. Zinkeisen, Geschichte des osmanischen Reiches IV, p. 539.
    15 - De Gazette de France 1641 no. 70, p. 353, dd. 22 juni 1641, meldt de aankomst van een zekere Alexandre Utsmobski (Otfinovski) in Constantinopel op 27 maart 1641. In het journaal van Albrycht Stanisław Radziwiłł worden alleen de missies van Adalbert Miaśtkowski (1640) en van Prandeta Dzièrżek (voorjaar 1641) genoemd. Zie A.S. Radziwiłł, Memoriale III, p. 26, 27 en 42.
    16 - Jean de la Haye, sieur de Ventelay et de la Bousselle; vgl. Dict. noblesse V, kol. 464. De Fransen hadden Atrecht veroverd op 10 augustus 1640.
    17 - Giovanni Battista Pallotta (1592-1668) en Francesco Adriano Ceva (1580-1655); vgl. A. Kraus, Päpstliche Staatssekretariat, resp. p. 44v. en 90-97.
    18 - Cesare Facchinetti (no. 5003 n. 21).
    19 - Vgl. Dizionario etimologico italiano I (Florence 1950), p. 517: biglione (viglione): argento di bassa lega.
    20 - Charles de Rouvray.
    21 - In Grotius' eerstvolgende brief aan Johan Adler Salvius, no. 5057, ontbreekt een verwijzing naar nieuws uit Rome.
    22 - Filippo d'Agliè (no. 5017 n. 3).
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